Per parlare della DIVINA VOLONTÀ’ in modo sistematico, è nella quale Dio sia stato così potente come in Luisa! E’ così chiara la presenza e la mano di Dio in Luisa, che pare Egli abbia voluto mettere in lei la sua firma! Questa fu la vita di Luisa! Nonostante non facesse cose strepitose, nessuno ha il dubbio che vi sia stata fortemente presente su di lei, come potenza, la mano di Dio, in tutta la sua vita. Tanto è vero che necessario parlare prima di LUISA PICCARRETA, perché se abbiamo un concetto giusto di Luisa, capiremo il resto.
Chi è Luisa? Le cose che diremo sono talmente incredibili, sono al di là di qualsiasi cosa che si possa immaginare... mai abbiamo visto nella storia un’anima a Corato tuttora è conosciuta come “Luisa, la santa”. E’ stato più volte raccontato da pellegrini venuti a far visita alla casa di ‘Luisa la santa’, come, chiedendo: “Dov'è la casa di Luisa Piccarreta?” E’ stato risposto loro: “Chi?!... ah... ‘Luisa, la santa’! Bene: dovete andare in Via Nazario Sauro, 25 e troverete la casa di Luisa la santa”. Perciò, così è conosciuta tuttora.
Gesù ha detto chiaramente, riguardo agli scritti di Luisa ed a tutto quello che lei ha fatto: “Voglio che sia ben chiaro che sono Io l’autore - lei aveva frequentato la scuola solo fino alla seconda elementare -. Tutto quello che hai scritto e che hai fatto, è opera mia”.
Mons. Resta, uno dei due teologi che stanno esaminando gli scritti di Luisa (lui ha finito il lavoro e ha dato il suo giudizio, mentre l’altro non ha ancora terminato), ha dato questa testimonianza: “Non ho trovato nulla che sia contro la fede e la morale e sono rimasto edificato nel vedere come lei senza fare errori parla dei concetti più alti della teologia, come ad esempio del concetto della ‘SS. Trinità’; e dove i nostri cari santi hanno riempito stanze di libri su certi argomenti, lei con la semplicità di una bambina descrive senza errare questi concetti”. Mons. Resta ne è rimasto edificato. Anche a me viene la pelle d’oca nel ripensare a questo fatto, ma è la realtà.
E’ importante conoscere quest’altro dettaglio della sua vita: questi suoi scritti non sono stati dettati. L’unico scritto dettato è: ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, dettatole dalla Madonna, per obbedienza al confessore. Tutti gli altri scritti sono stati scritti giorno per giorno, la sera seguente; ad esempio: oggi, 6 ottobre, verso le 10 o le 11 di questa sera lei scriverebbe ciò che ha visto, sentito o fatto con Gesù ieri, 5 ottobre. Dunque, scriveva sempre 24 ore dopo, con l’aiuto di Dio, indubbiamente!
Di che cosa parla Gesù in questi 36 volumi? In forma di diario, iniziando da cose piccole, Gesù arriva, nel volume 36, a dei concetti altissimi sulla DIVINA VOLONTÀ’ e sul suo desiderio che l’uomo ritorni all’ unione originale, a quella unione con Dio che avevano Adamo ed Eva prima del peccato originale; e questa unione deve realizzarsi sulla terra. E’ riassunto in questa frase il concetto centrale di tutti i suoi scritti. Ripeto: si tratta del ritorno della creatura a quella unione originale che avevano Adamo ed Eva con Dio prima del peccato originale. Questo è il desiderio di Dio; ed è un desiderio talmente ardente che vi sono, negli scritti, pagine che fanno piangere di commozione nel sentire l’ansia che dimostra Dio nel vedere come si stia avvicinando la meta, il giorno della realizzazione di questo suo desiderio, di questo nostro arrivare finalmente a Lui. Vi sono parole forti al riguardo.
Questo, è il contenuto di tutti gli scritti di Luisa.
Si tratta, naturalmente, di una unione interiore. Ricordate le parole di Gesù: “Il Regno di Dio è dentro di voi”. Certamente, il giorno nel quale la Volontà di Dio regnerà in ogni anima come regna in Cielo, sarà anche il Paradiso sulla terra; si instaurerà il Regno di Dio sulla terra quando il Regno sarà instaurato nel cuore di ogni uomo.
E’ giunto intanto il tempo del Regno di Dio nei nostri cuori. E Gesù, da vero Maestro, usa la Parola di Dio per spiegare a Luisa vari passi in diversi brani, ai quali anche noi, come Chiesa, ora ci allacciamo per vedere dove si trovano le fondamenta di tutti questi scritti. La rivelazione privata aiuta la Rivelazione pubblica (cioè la Bibbia, la Parola di Dio) e le dà luce; si tratta di una intensificazione di luce; le dà maggiori chiarimenti. Quando c’è una rivelazione privata, la Chiesa cerca sempre dove, nella Sacra Scrittura, Dio abbia aperta questa porta.
Noi sappiamo che non è tutto contenuto nella Bibbia e tutto quello che si può dire di Dio non è tutto contenuto nella Parola di Dio. La Parola di Dio unita alla Tradizione ed al magistero vivo della Chiesa fanno il fondamento sul quale si basa tutto il resto. Se dunque il teologo mons. Resta ha detto che leggendo questi scritti di Luisa non ha trovato niente che contraddica o sia contrario al fondamento (che è la Parola di Dio ed il magistero della Chiesa) vuol dire che possiamo procedere alla loro lettura ed alla meditazione. L’unico pericolo è che si potrebbero interpretare privatamente questi scritti, col pericolo di cadere in una interpretazione errata, come è successo varie volte anche nei confronti del Santo Vangelo e della Sacra Scrittura. Bisogna perciò camminare come i ‘piccoli’ e lasciarsi guidare dalla interpretazione che ne dà la Chiesa ufficiale; ai ‘piccoli’ il Signore svela il significato di ogni parola; quante persone potranno un giorno dire: “Signore, conosco i 36 Volumi a memoria!” e Gesù risponderà: “Non ti conosco!” Constatando quante volte sono state interpretate male le parole di Gesù, è importante avere l’umiltà e la conoscenza della nostra piccolezza.
Ecco allora alcuni di questi passi.
Spiegando a Luisa il ‘Padre nostro’ Gesù le dice che, quando Lui ha pregato il ‘Padre nostro’ ed ha detto: “venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”, il significato di queste sue parole era diverso da quello che a volte noi diamo. Gesù dice: “Quando Io per primo pregavo questa preghiera, era perché il Regno non era ancora venuto; perché se il Regno fosse già stato presente con la mia presenza di ‘Cristo Re dell’universo’, allora avrei detto: ‘Padre, Ti ringrazio perché il Regno è giunto con la mia venuta’; ed invece Io ho detto: ‘venga’ ”. Questo, perché il Regno si trova dove ci sono tutte le componenti: il re, i sudditi, il palazzo, la regina...
Era necessario quindi passasse qualche secolo.
“Per questo ho istituito la Chiesa - dice Gesù - per preparare il mio Regno, giorno per giorno”, con i grandi Santi che hanno spianato ogni cosa, che hanno illustrato sempre maggiormente questo suo desiderio. Ed in questo desiderio di Gesù vediamo chiaramente l’unione della quale parlavamo prima: ‘Venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra’; cioè, la Volontà di Dio deve diventare la nostra vita, si deve fare sulla terra come si fa in Cielo. Ma, come si fa la Volontà di Dio in Cielo? Non si fa, si vive! Gesù in un altro brano dice: “Ciò che l’acqua è per il pesce, così dovrebbe essere la Volontà di Dio per noi”. L’acqua per il pesce è tutto: è la sua abitazione, è il luogo dove si muove, è dove trova il cibo, è dove respira, è dove dorme... l’acqua è tutto per il pesce; così dovrebbe essere la Divina Volontà per noi.
Un altro esempio lo troviamo nel 17° capitolo di Giovanni quando Gesù, durante l’ultima cena, dice: “Padre, che essi siano una cosa sola con Me come Io sono con Te, affinché il mondo creda che Tu Mi hai mandato”. Il significato dato finora a queste parole è che Gesù desidera che tutto il mondo sia una sola famiglia, che siamo una sola famiglia nella Chiesa cattolica. Ma Gesù ha spiegato chiaramente che con queste parole Lui voleva dire che pregava il Padre perché le creature ritornassero a quella unione di prima (a quella unione che era nel progetto originale di Dio sull'umanità), cioè che diventassimo una sola cosa con Lui come Lui è con il Padre una sola cosa. Ma come sono uno Gesù e il Padre? Sono uno di Natura, Natura Divina, un solo Dio. Noi dobbiamo diventare uno nel desiderio, uno nell'operato, nella volontà, nella vita, nel palpito. Come in una bella famiglia tutti i figli fanno una sola cosa con quella famiglia; ad esempio il padre dice: “Ci alziamo per ...” e tutti continuano: “per andare a lavare i piatti”. Se facessero veramente così, si direbbe che quella famiglia ha una sola volontà: basta che uno inizi e, tutti gli altri finiscono la frase. Gesù ha detto che questa è l’unione che Lui desidera e che ora possiamo avere nuovamente con Lui, con Dio, come era per l’umanità prima del peccato originale.
Spiegheremo, con l’aiuto di Dio, come avviene tutto questo.
La parola chiave in questi scritti è: ‘Dono del Divin Volere’ o ‘della Divina Volontà’; la volontà gioca un ruolo indispensabile in tutti questi scritti.
La volontà è la cosa più importante in noi, come lo è in Dio. La Chiesa ha sempre messo in risalto l’importanza della volontà soprattutto nella valutazione morale degli atti umani: senza volontà, non c’è peccato (questo per quanto riguarda il Sacramento della Confessione). Anche padre Pio chiedeva sempre ai suoi penitenti se vi avevano messo volontà o no nei peccati che accusavano, perché solo così si può capire se l’atto compiuto è meritevole o peccaminoso. Un altro esempio: un bel pensiero avuto di notte, in sogno, non può essere meritevole, perché non implica la volontà della persona; come pure non si può valutare negativamente un pensiero cattivo avuto in sogno. Solo se mi sveglio allora la volontà si metterà in azione e darà valore positivo o negativo agli atti. La volontà è ciò che conta. E così è anche per Dio. Ma mentre la nostra volontà è limitata, in Dio la Volontà è infinita e onnipotente. Se Dio dicesse: “Voglio un bicchiere di acqua”, gli apparirebbe subito in mano, come quando ha detto: “Fiat lux”, e la luce fu. Ogni ‘FIAT’ di Dio è creativo, è un fatto; tutto quello che Dio vuole diventa una creazione, una realtà. Se io voglio un bicchiere di acqua e non mi appare qui, è semplicemente perché la mia volontà non è infinita, non è onnipotente.
Quando S. Giovanni nella Sacra Scrittura dice che Dio è Amore, dice una realtà, perché noi, contemplando tutto ciò che ci circonda possiamo constatare che Dio è Amore; tutto è opera di Dio, ed è opera che mi dice: ‘Ti amo’.
San Tommaso D’Aquino, riportando le cinque prove dell’esistenza di Dio ha parlato del ‘motore immobile’. Anche Gesù ripete questa verità parlando (negli Scritti di Luisa) della Sua Volontà, affermando che la Sua Volontà è il primo moto, il motore di tutto; tutto quanto esiste prende il moto dalla Divina Volontà. Gesù spiega questa verità dicendo: “La mia Volontà è la ruota che dà moto a tutte le altre rotelle, a tutte le altre cose che ho create”. Tutta la Creazione: le stelle, le piante, gli animali, sono come rotelle poggiate sulla ruota della mia Divina Volontà. La Volontà Divina, girando come una ruota, fa girare tutte le altre rotelle poggiate su di Lei. Con questo esempio molto semplice Gesù ha spiegato a Luisa questo concetto difficile: Dio è moto eterno e tutto ciò che Lui ha fatto (che è quindi poggiato su di Lui) si muove con Lui, prende moto da Lui. Perciò, col movimento della prima ruota che è Dio, le stelle scintillano, la pianta cresce e profuma, il cane abbaia e salta: tutto prende movimento da questa grande ruota che è Dio.
Riferendoci ora all'uomo, vediamo come anche lui prende moto dalla prima ruota (da Dio), però, tra la ruota grande (Dio) e la rotella (uomo) si trova un altro meccanismo che è la nostra libera volontà, il nostro libero arbitrio, il dono che Dio ci ha dato perché fossimo simili a Lui, a sua immagine. E come Dio può fare ciò che vuole, liberamente, così anche noi possiamo agire liberamente, perché siamo creati a sua immagine e somiglianza. La rotellina della nostra libera volontà prende il movimento dalla grande ruota (sulla quale poggia: Dio) e trasmette il movimento all'uomo, ma questo movimento può essere usato in modi diversi, per cose buone, neutre o cattive. Ad esempio: stando a casa mia e alzandomi il mattino alle ore 7, posso andare alla S. Messa delle 8, se non ho qualche impedimento, ma potrei invece fermarmi a guardare la televisione; con il movimento che Dio mi dà posso fare queste cose, ma qual è la migliore delle due? Certamente l’andare a Messa! Esistono poi azioni di valore indifferente, come prendere una tazza di caffè od una tazza di tè (naturalmente, se so che il caffè mi fa male, devo scegliere il tè, perché Dio mi parla anche attraverso la mia salute). L’uomo prendendo il moto da Dio potrebbe anche compiere un atto brutto. Ora, con il ‘Dono’ della Divina Volontà Dio sta offrendo a noi la possibilità di far sì che la nostra rotella e la sua diventino una sola cosa. La nostra volontà non potrà mai scomparire, distruggersi, fondersi, annientarsi, perché il giorno che succedesse questo non saremmo più uomini: fa parte della nostra natura avere una volontà umana. Gesù aveva una volontà umana, ma la sua volontà umana da sempre, fin dal suo concepimento nel seno di Maria SS., ha sempre ‘girato’ con il ‘giro’ della sua Divina Volontà. Anche la Madonna è grande perché fin dal primo istante del suo concepimento Lei ha sempre ‘girato’ con il moto eterno di Dio.
Gesù ha detto: “Cosa succederebbe se sentendo questo mio invito a entrare in unione con Me come era per Adamo ed Eva uno dicesse: ‘Io non potrò mai meritarlo, io non ne sarò mai degno; (Gesù e la Madonna vivevano questa unione perché l’Uno è Dio per natura e l’Altra è Immacolata; ed anche Adamo ed Eva, creati direttamente da Dio, erano pure loro immacolatissimi) come potrò io mai pensare di entrare in quella unione iniziale!...’?”. E Gesù dice a Luisa: “Per questo ho cercato per il mondo intero, ho cercato per secoli, fino al giorno in cui ho trovato l’anima più piccola! - sono molto importanti la piccolezza e l’umiltà - Ho cercato la più piccola (Luisa) e, trovandola, ho cominciato a prepararti per fare di te una copia di Me stesso”, cioè, un altro Gesù. Luisa doveva essere quello che noi non saremo mai: lei, per missione, doveva diventare la porta che avrebbe permesso anche a noi di entrare; lei doveva diventare l’anello dove noi saremmo stati agganciati; lei è la più vicina a noi, a questo riguardo; lei è come fosse l’originale fatto da Gesù e noi ne fossimo le copie. Le copie, anche se richiedono lavoro, confrontandole però con l’originale, sono sempre meno difficili da fare. Per questo Luisa ha una grande importanza per noi, perché lei è l’anello di congiunzione, lei è il nostro punto d’aggancio alla Divina Volontà.
Faccio ora un esempio che ci aiuti a comprendere quanto Dio sta consumandosi nell’amore per realizzare presto in noi il suo desiderio.
Pensiamo ad un bimbo piccolino che dicesse al papà: “Papà, voglio guidare la macchina”. “Oh... che guaio!..”, direbbe il papà; ma poi gli viene un’idea. “Entriamo nella macchina - dice - e ti siedi nel mio grembo, dietro lo sterzo e metti le manine sul volante”. Naturalmente il papà mette le sue mani con forza sulle manine del bambino. Il bimbo non ha la scienza per guidare e non può arrivare con il piede al pedale; ma il papà gli dice: “Dove vuoi andare, figlio mio? Vuoi andare diritto? ... indietro? ... avanti? ... giri qui? ... fermi qua!? ... parcheggiamo!”. Tutto quello che il piccolino desidera fare, forma per il papà il più grande piacere, felice di poter stare insieme al figlio e divertirsi con lui. Prendendo in considerazione questo esempio, è chiaro che il figlio non ha guidato la macchina perché troppo piccolo e quindi incapace di farlo; per natura solo il papà è in grado di far questo, perché solo lui arriva fisicamente al pedale, solo lui ha la forza fisica di girare e solo lui ha la scienza necessaria per guidare la macchina. Ma, nello stesso tempo, non possiamo negare che il figlio abbia guidato la macchina. Possiamo affermare che il figlio ha guidato la macchina, non per natura, ma per partecipazione; perché era volontà del padre che il figlio non si sentisse incapace a guidare, ma che si sentisse anch'egli autista, anzi che si sentisse addirittura come avesse fatto tutto lui. Tanto è vero che il piccolo, appena sceso dalla macchina andrà dalla mamma a dirle: “Mamma, ho guidato la macchina!”; non le dirà ‘abbiamo’, ma ‘ho guidato’! Hanno dunque guidato insieme la macchina perché era Volontà di Dio che il figlio non si sentisse da meno, che non si sentisse non pienamente autista; tanto è vero che ha lasciato al bimbo la decisione di tutti i movimenti che dovevano fare e se il figlio non avesse dato tutte le indicazioni, non sarebbero andati da nessuna parte.
Questo esempio spiega ciò che Dio desidera ardentemente fare con noi.
Spiegheremo più avanti come usare questo dono di Dio; ora desidero solo che comprendiate il grande desiderio di Dio nei nostri riguardi, il grande progetto che Dio ha su di noi: vengono calde lacrime di commozione solo a pensarvi!
In un brano tratto da uno degli ultimi volumi (scritti da Luisa per ordine di Gesù e del confessore) Gesù spiega a Luisa perché Dio ci ha creati e dice che per comprendere questo dobbiamo risalire alla SS. Trinità, entrare nella processione interna delle Tre Divine Persone. Prima abbiamo ricordato che Dio è Amore, che Dio è potente nella sua Volontà (se vuole un bicchiere d’acqua, subito ce l’ha); ora cercherò di spiegare meglio, anche se sappiamo che nel parlare di Dio, noi che siamo imperfetti e finiti faremo sempre qualche errore, faremo sempre degli esempi incompleti, perché Dio è un Atto Unico, Eterno, senza successione di atti, onnipotente, onnipresente, onnisciente. E’ quindi per noi impossibile afferrare Dio, tutto ciò che Lui è, con un solo sguardo. Ed è anche molto importante ricordare che il vero amore ha l’esigenza interna di darsi tutto alla persona amata, senza ritenere niente per sé. Gesù ha spiegato a Luisa che è come se da tutta l’eternità il Padre contemplandosi tutto Amore avesse detto: ‘Voglio amare!’ Con questa sua affermazione esce da Lui tutto ciò che Lui è: ed ecco la Seconda Persona della SS. Trinità. (Nel ‘Credo’ noi diciamo che ‘il Figlio procede dal Padre’ e non si potrà mai dire il contrario). Il Figlio, vedendosi tutto Amore e possedendo Egli pure la stessa Divina Volontà onnipotente, dice: ‘Voglio amare’, ed ecco che tutto quello che Lui è, uscendo da Lui si riversa nel Padre; si completa così il cerchio. L’Amore che dal Padre passa al Figlio e dal Figlio ritorna al Padre è lo Spirito Santo. Questa processione nelle Tre Divine Persone avviene da tutta l’eternità; ma in Dio tutto è sempre nuovo, in Dio non si ripetono le cose sempre uguali, non ci sono ‘le solite cose’ (non è come per noi che, ripetendo sempre le solite cose, ci stanchiamo). Gesù spiega a Luisa: “E’ come se nel Nostro traboccare di Amore avessimo detto: ‘Vogliamo creare altre persone alle quali partecipare tutto ciò che siamo’ ”. ‘Tutto ciò che siamo!’: è certamente solo una grazia speciale di Dio che ci impedisce di comprendere tutta la portata di queste parole, altrimenti ne moriremmo all'istante di stupore, di gioia, di gratitudine!
Dio, dunque, non ci ha creati per essere sacerdoti, o sposi, o per studiare o fare altre attività, ma ci ha creati per partecipare, sulla terra e poi per sempre nell'eternità, alla vita intima della SS. Trinità.
Ma voi direte: “Come può l’Infinito essere racchiuso nel finito?”. Pensate a ciò che succede ogni giorno quando, durante la S. Messa, pronuncio le parole della consacrazione: tutto Dio scende nell'Ostia Santa (perché dove c’è il Figlio c’è anche il Padre e lo Spirito Santo); sia nella particola piccola che nell'Ostia grande è sempre limitato, Lui, l’Immenso, e si nasconde dietro quei veli! Per Dio non ci sono problemi irrisolvibili.
Chiediamo perciò a Gesù che ci aiuti ad approfondire questi Scritti.
Abbiamo detto che il Signore ci ha creati per uno scopo ben preciso che è di realizzare il progetto che Lui ha nei nostri riguardi di farci partecipi, in modo attivo e familiare, della SS. Trinità. Non ci ha creati per adornare il Cielo, come questi fiori adornano l’altare, ma ci ha creati per farci vivere insieme con Lui, come in una casa i figli gioiscono e fanno gioire la famiglia.
Abbiamo detto che partecipare alla vita intima della SS. Trinità significa ricevere tutto quello che Dio è, per partecipazione e non per natura, come invece è per Gesù, che ha detto: “Padre, che essi siano una sola cosa con Me come Io sono una sola cosa con Te, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. Dunque, l’essere uno con Cristo come Lui è Uno con il Padre, non significa esserlo per natura, ma per partecipazione.
Alla domanda: ‘Come può il limitato contenere l’infinito?’, abbiamo risposto che per Dio non esistono problemi senza soluzione; difatti tra pochi minuti si compirà nuovamente il grande miracolo di rendere presente tutto il Signore in questo pane e questo vino, perché questi elementi non hanno una volontà propria che ostacoli l’azione di Dio.
Abbiamo parlato dell’esigenza dell’amore di dare tutto alla persona amata, ed abbiamo ricordato che il Signore desidera che ci sia questo ricevere e rimandare: il Padre dà tutto al Verbo ed il Verbo ridona tutto al Padre, ed è lo Spirito Santo; e questo nell’Unica Divina Volontà propria delle Tre Divine Persone.
Il vero amore va dimostrato nelle opere. Se una persona ci dicesse, dal mattino alla sera: “Ti amo, ti amo...”, noi desidereremmo vedere con i fatti questo suo amore. Così, tutto ciò che ci circonda è un segno tangibile di questo amore di Dio verso di noi.
Adamo ed Eva avevano il dono della scienza infusa, cioè conoscevano le cose nella loro essenza profonda tanto da poter dare loro il nome che le significava (ad esempio: il cane non può essere il gatto, per natura; e Adamo ed Eva avevano questa conoscenza intrinseca delle cose). Ma questo è ancora niente di fronte a ciò che veniamo a sapere ora con questi Scritti!
Adamo ed Eva non avevano solo questo tipo di conoscenza, non solo sapevano quante stelle esistono, ma potevano, coscientemente, prendere il ti amo unico e irripetibile, cioè sempre nuovo, di Dio verso di loro in ogni scintillio di ogni stella. In ogni cosa creata Adamo ed Eva potevano scorgere ed abbracciare l’Amore che Dio, attraverso tutta la Creazione, riversava ogni istante su di loro.
In ogni raggio di luce del sole, nel trillo dell’uccello, nell'acqua che cade, in tutto ciò che è, Adamo ed Eva avevano la capacità di scorgere l’atto d’amore unico e irripetibile di Dio verso di loro; e potevano far questo grazie al grande Dono che Dio, dopo averli creati perfetti, aveva fatto loro: il Dono della DIVINA VOLONTÀ’, che li rendeva capaci di fare per partecipazione ciò che per natura non avrebbero potuto fare.
Ricordiamo l’esempio del bambino che guida la macchina: lui, per natura non può farlo, ma si può dire che immedesimandosi con il papà è come se le braccia del padre diventassero estensioni delle sue piccole braccia, i piedi diventassero prolunghe dei piedi del bimbo; e così, ciò che per natura non può fare lo fa per partecipazione, per grazia, per dono. Così, le braccia di Adamo ed Eva, le loro capacità, erano immense, potevano abbracciare l’inabbracciabile, cioè Dio stesso, che pioveva su di loro in ogni istante, in tutto, donando tutto quello che Lui è - perché il vero amore dà sempre tutto di sé.
Però, non si può solo ricevere.
Adamo ed Eva, con la grande capacità che avevano, ricevevano il tutto, lo facevano proprio e lo ridonavano a Dio personalizzato.
La Madonna stessa, nel libro da Lei dettato a Luisa, ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, spiega con chiarezza a Luisa questo fatto, cioè come vi era una specie di gara tra Lei e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: gareggiavano per vedere chi amasse di più. Certo, Dio vince sempre! Però, la Madonna, ricevendo tutto questo Amore che Dio faceva piovere su di Lei come mari immensi, prendeva questi mari d’amore, li faceva suoi e con il suo amore personale li voleva ingrandire per poterli rimandare a Dio più grandi di quelli che Lui aveva dato a Lei. Questo gioco d’amore faceva andare in estasi Dio! Era sempre una sorpresa anche per Lui il vedere come la sua Divina Volontà lavorasse nella sua creatura, come Maria sapesse personalizzare l’amore ricevuto da Lui e glielo ridonasse diverso, sempre nuovo! Dio si diceva: “Non posso lasciarmi vincere”, e dava di più. Ma la Madonna prendeva questo nuovo amore, lo rifaceva nuovo in Lei e glielo ridonava nuovamente. Per Maria SS. è avvenuto così fin dal suo concepimento. E questo è anche ciò che il Signore desidera che facciamo noi.
Vediamo, ora, come noi possiamo amare Dio. Noi possiamo amarlo con tutto ciò che Lui ci dona: con ogni palpito, ogni respiro... Ma, noi doniamo a Dio tutto quello che Lui stesso ci ha dato; la stessa preghiera è ispirata da Dio; allora che cosa di nostro doniamo a Lui? Vediamo allora con un esempio come personalizzare il dono.
Nel festeggiare il compleanno di un genitore la più piccola di casa corre da lui con slancio dicendo: “Mamma... papà, buon compleanno!”, presentandogli il biglietto d’auguri sul quale lei ha scritto con un grosso pennarello Ti amo papà, Ti amo mamma. Cos’è che fa sorridere? E’ proprio la personalizzazione che lei ha fatto del dono; dono che lei ha ricevuto dall’altro genitore che l’ha comprato e glielo ha dato. La piccina ha scritto gli auguri ed è corsa con slancio verso il genitore per donarglieli: è questo slancio d’amore che commuove e fa sorridere il genitore, questo desiderio della piccola di far proprio il dono e dire ‘questo viene da me’. E questo è ciò che il Signore vorrebbe da noi!
Vediamo praticamente come realizzare questo.
Gesù ha spiegato a Luisa ciò che deve fare l’anima:
L’anima, per iniziare a camminare nella Divina Volontà, deve incominciare a chiamare la Divina Volontà in tutte le sue azioni:
“Vieni, Divina Volontà, a parlare in me; vieni ad ascoltare in me; vieni a confidare nel mio cuore; vieni ad alzarti in me; vieni a prendere la colazione ed a farla in me; vieni a scuola, al lavoro in me...’, e così dicendo; ma con tranquillità, non con ansia. Prima bisogna farlo nelle cose grandi, nelle cose facili, ricordando che Dio è il Dio della pace. Col passar del tempo, ci accorgeremo che, quasi senza accorgerci, chiameremo la Divina Volontà anche nelle più piccole cose, senza fatica. Cominceremo a dire: “Vieni ad aprire la macchina in me; vieni a sederti nella macchina in me...’; cominceremo a chiamare la Divina Volontà nelle diverse cose che faremo, ad esempio, nel preparare il pranzo, ecc.. Facendo questo esercizio saremo più capaci di fare coscientemente ogni cosa.
Percorrendo questo cammino ritorneremo a vivere secondo il desiderio che Dio ha nei nostri riguardi: ritorneremo a fare della nostra giornata un atto ininterrotto di ricevere e donare, in tutto ciò che ci capita.
Per aiutarci Gesù ha dato anche dei suggerimenti. Ha spiegato il valore dell’atto preventivo (che si fa al mattino) e dell’atto attuale.
Con l’atto preventivo, in un solo atto o momento, io abbraccio tutto ciò che Dio vuole che io oggi faccia nella sua Divina Volontà. Per esempio, alzandomi alle ore 8 del mattino io dico a Gesù:
“Vieni, Divina Volontà, ad abbracciare in me tutto quello che vuoi che oggi io faccia; che tutto sia nella tua Divina Volontà per darti il ricambio di amore, adorazione, gloria, come se tutte le creature aprendo gli occhi ti avessero dato questo contraccambio completo”.
E questa immersione nella Divina Volontà sarà ogni giorno nuova, anche perché nella Divina Volontà non esistono formule fisse; le stesse preghiere scritte da Luisa vogliono essere solo esempio ed aiuto per noi, per avviarci su questa strada, ma è certo che Luisa queste preghiere non le pregava mai nello stesso modo: cambiando le circostanze, cambiava la sua preghiera. Quando il confessore le ha chiesto per obbedienza di scrivere una Consacrazione alla Divina Volontà, allora, in quel caso ha dovuto fissare una formula scritta, ma chissà quante volte si era consacrata alla Divina Volontà con parole completamente diverse! Quindi, un mattino pregheremo l’atto preventivo in un modo, il giorno seguente forse in modo diverso... più prenderemo pratica e più sarà diversa e varia la nostra preghiera.
Gesù però ha detto che: “Non basta l’atto preventivo (cioè l’atto fatto una volta al giorno, il primo atto che abbraccia tutto ciò che farò nella giornata). Io voglio che tu lo faccia momento per momento, nel momento attuale, invocando praticamente la Divina Volontà atto per atto”.
Come nel primo atto ho invocato la Divina Volontà per tutto ciò che farò, cioè per quando camminerò, quando mangerò, quando studierò, quando lavorerò..., nell’atto attuale chiamerò la Divina Volontà:
“Vieni, Divina Volontà, a camminare in me... a studiare in me... a lavorare in me...”, cioè, l’atto attuale si fa nel momento reale.
Negli scritti di Luisa poi troviamo sovente frasi come queste: “Stavo girando nel Supremo Volere... facevo il mio giro nella Creazione, nella Redenzione, nella Santificazione...”; oppure Gesù le dice: “Devi seguirmi nel giro...”.
Gesù, cioè, desidera che prendiamo in rassegna tutto il suo operato, che lo facciamo nostro e che lo ricambiamo.
Come ogni cosa è un ti amo di Dio, uno ed irripetibile, per ognuno di noi, (il canto dell’uccello che tutti noi qui udiamo, pur essendo lo stesso canto è tuttavia un ti amo individuale diretto ad ognuno di noi, è cioè un ti amo personalizzato per ogni creatura che lo sente), così, il Signore desidera che noi prendiamo questo suo Amore che scende a noi attraverso le sue opere, lo facciamo nostro e Glielo ridoniamo personalizzato.
Vediamo come possiamo percepire e realizzare questo desiderio di Dio nelle tre grandi sue opere che conosciamo: nella Creazione, nella Redenzione e nella Santificazione delle anime.
Nella Creazione ad esempio noi possiamo vedere il ti amo di Dio negli oggetti che il sole illumina; possiamo ascoltare il ti amo di Dio nell’uccello che canta; possiamo odorare il ti amo di Dio nel profumo che emana il fiore; possiamo gustare il ti amo di Dio nei cibi, nella frutta che mangiamo; possiamo sentire il ti amo di Dio nel vento, nella brezza che ci accarezza...
L’altra grande opera di Dio è la Redenzione. Girando nelle opere della Redenzione vediamo tutto l’operato di Gesù, la sua Vita, ciò che Lui ha detto (il Vangelo), quello che ha fatto (i fatti raccontati nel Vangelo, l’istituzione della Chiesa, tutta l’opera dei Sacramenti).
Nell’Orologio della Passione, nelle 24 Ore della Passione di N.S.G.C., possiamo toccare con mano l’operato di Gesù: leggere questo scritto è uno dei modi migliori per conoscere le ultime ore della vita di Gesù. Ad esempio, in esso Gesù spiega a Luisa il perché della sua triplice coronazione di spine, avvenuta non una sola volta, ma tre volte; e Gesù spiega anche tante cose di quelle ultime 24 ore della sua Vita, e tutto ha un significato particolare. Perciò, più ci diventerà familiare questo libro e più si arricchirà il nostro giro nella Redenzione.
Per comprendere meglio il concetto di girare, immaginiamo tutte le opere di Dio esposte sul muro: Creazione, Redenzione, Santificazione.
Girando lo sguardo sul muro vediamo: le stelle, i pianeti, il sole, la luna, la terra; poi le cose terrestri: nell’aria, sulla terra e nell’acqua; poi il mondo dell’uomo: noi stessi siamo tutto un mondo nel nostro operato spirituale e corporale, in ciò che pensiamo e facciamo.
Quindi, scorrendo lo sguardo sul muro ci rivolgeremo al Padre dicendogli: “Per le stelle, Padre, Ti amo... per la terra, Padre, Ti amo... per...”.
Passiamo poi ad amare Dio nelle opere della Redenzione, in tutto quello che Gesù ha fatto, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro sulla Croce.
La terza opera è l’opera della Santificazione, nello Spirito Santo, il FIAT Voluntas Tua sulla terra come in Cielo.
Pensiamo a tutto l’operato dello Spirito Santo; pensiamo a quante ispirazioni date, a quante accettate, ma vissute solo nella volontà umana e quindi in modo imperfetto; e pensiamo anche a quante ispirazioni dello Spirito Santo non accettate! Nel 18° Volume Gesù spiega quanto lo Spirito Santo piange; quanto piange per esempio nei Sacramenti, dove molte volte il suo lavorio è bloccato o mal realizzato (quanti Sacramenti mal celebrati o mal ricevuti,... velocemente!...: quanta distrazione abbiamo nei riguardi di Gesù!...).
In tutta l’opera della Chiesa, nel suo insegnamento, nel guidare e nel santificare le anime, possiamo vedere l’opera dello Spirito Santo.
Oggi, 7 ottobre, festa del S. Rosario, ci ricordiamo delle fotografie di Luisa nelle quali scorgiamo sempre nelle sue mani il Rosario: Luisa, quando non lavorava aveva sempre il Rosario in mano, ed osiamo dire che nessuno sapeva meditarlo come lei. I giri, dei quali abbiamo parlato, si possono inserire molto bene nel S. Rosario e ne vengono fuori delle lunghe e belle meditazioni. Facendo il giro nei misteri gioiosi, dolorosi e gloriosi si possono sviluppare molte idee e pensieri, ripresentando tutto l’operato di Dio presente in questi misteri.
Chiediamo al Signore che ci benedica in modo particolare in questa festa di Maria SS., da questo posto santo dove è vissuto padre Pio. Padre Pio conosceva Luisa e c’era tra loro corrispondenza. Si mandavano le anime l’un l’altra: chi abbisognava di una bella confessione, Luisa lo mandava da padre Pio; e nello stesso tempo padre Pio mandava da Luisa coloro che a lui parevano capaci di comprendere queste rivelazioni sul Divino Volere. Anche le prime conferenze fuori di Corato sono state fatte qui a S. Giovanni Rotondo; e padre Pio indicava coloro che potevano e coloro che non potevano partecipare a queste conferenze, perché lui si accorgeva se l’anima era aperta e disposta a ricevere questa nuova Luce.
Chiediamo al Signore che ci benedica e che ci aiuti a continuare a vivere nella Divina Volontà ed a testimoniarla agli altri.
E’ giunto il tempo di testimoniare agli altri, a tutti, il grande ‘Dono’ della Divina Volontà. Chi è venuto a conoscenza di questo Dono che Dio vuole fare all’umanità, non può fare a meno di parlarne con gli altri; sente l’esigenza interiore di doverlo far conoscere, di volere esercitare questa Divina Volontà, di chiederla...
D. - Adriana, spiegaci come ‘pregare la Divina Volontà’ in tutti i nostri atti...
R. - Noi non dobbiamo più usare la nostra volontà umana. Dice Gesù a Luisa: “Non lasciar perdere un atto da dentro il mio Atto; non far perdere un battito di ciglio che non sia fatto nella mia Volontà!”. Pensate!... un battito di ciglio! Allora, noi sapendo che i nostri atti fatti nella Divina Volontà hanno un valore così grande, dobbiamo essere contenti di farne il più possibile, anzi, dobbiamo vivere una vita così! Non solo una successione di atti, ma atti continuati: così sarà ‘vita divina’ e non solo più successione di atti. Così la nostra vita sarà trasformata dall’umano al divino, come Gesù ha detto: “Voi fino adesso avete sempre adoperato la vostra volontà umana, i vostri cenci della volontà umana, che vi facevano solo cadere in terra e non vi permettevano di rialzarvi”... Invece con questa Divina Volontà subito rimbalziamo dentro Lui.
Ed anche se una piccola mancanza può avvenire, perché il vecchio Adamo spunta sempre, noi dobbiamo sempre dire: “Signore, più di prima nel Divin Volere. Perdonami! Più di prima!”. Queste piccole mortificazioni per queste piccole miserie ci rendono più umili e noi ci alziamo con più slancio nelle braccia di Gesù, per vivere veramente in questa Divina Volontà.
D. - Ma, come fai a vivere questo, in modo pratico?!
R. - Per realizzare questo dobbiamo dire: “Signore, eccomi! Prendi la mia volontà e vieni Tu a vivere la tua Volontà Divina in me: vieni a pensare nella mia mente... Gesù, ti amo; Divina Volontà vieni a guardare nei miei occhi... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a palpitare nel mio cuore... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a respirare nel mio respiro...”
- e così via, via - ...
“Gesù, ti amo; vieni, Divina Volontà a soffrire nel mio soffrire”; e questo è molto importante, perché Gesù ha detto di non lasciar perdere una piccola sofferenza a vuoto; perché quando è vissuta umanamente questa sofferenza ha valore umano, invece se noi la uniamo al suo soffrire, alla sua Passione, farà parte della sua stessa Passione; anche un piccolo mal di denti, anche un piccolo mal di testa... può far parte della sua Passione. Allora possiamo dire che noi siamo già stimmatizzati, anche noi, perché facciamo parte della sua Passione.
E’ tutto importante: anche un respiro, che sembra un nonnulla, eppure…: “Ah!… Gesù, ti amo; vieni a respirare nel mio respiro”.
Gesù nel suo respiro, nel suo sospiro chiamava tutte le anime alla grazia, e si rivolgeva al Padre: “Padre, fa’ che tutte le anime siano una cosa sola con Noi”. Gesù alzava sempre gli occhi al Padre. E quando noi sospiriamo, se questi sospiri che facciamo li uniamo alle intenzioni stesse di Gesù, faranno parte della sua stessa intenzione.
Quando riposiamo, la notte: “Gesù, vieni a riposare nel mio riposo, e metto la stessa tua intenzione che avevi quando Ti riposavi...”.
D. - Non ho capito cosa si intende per ‘entrare nell’Umanità di Gesù’!
R. - Dobbiamo prestare il nostro corpo a Gesù perché Lui possa continuare a vivere la sua Umanità nella nostra umanità. Prestiamo a Gesù il nostro corpo perché sia ancora Lui, in noi, a vivere i suoi atti. E Lui dice che ‘così sono tanti Gesù che camminano sulla terra’.
D. - Io dico al Signore: “Signore, vieni a predicare quando predico; vieni a parlare alle anime Tu quando parlo alle anime...”.
R. - Ecco, sì, sì, così! E in questi atti ti senti una carica nuova, una forza nuova, una forza divina: non è più una forza umana. A volte tu devi compiere un’azione e dici: “Ma come faccio ad affrontare questa cosa!? Solo Tu, Gesù, in me, puoi affrontarla! Vieni Tu in me...”. Lo metti presente anche nei problemi più grossi, nelle cose che umanamente non si potrebbero neanche sostenere; ed invece tu dicendo:
“Vieni Tu, Gesù, adesso in me a fare questo sforzo... a parlare con quella parola... a chiedere perdono a quella persona che non vorrei neanche avvicinare... vieni Tu, Gesù, in me...”.
E Lui ti dà una forza!...
D. - Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare questo peccatore... Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare quest’anima che non si riesce a prendere da nessuna parte...
R. - E Gesù dice che gli atti che facciamo nella Divina Volontà, sono atti creativi; non si fermano come gli umani, come quando facciamo gli atti solo umanamente. Facendoli con la Divina Volontà diventano atti creativi. “Questi atti possono creare cose più belle di quelle che ho fatte - ha detto il Signore -, mondi più belli di quelli che ho fatti, mondi di tutti i mondi”.
Allora, quando noi facciamo un atto nella Divina Volontà, questo atto diventa universale, abbraccia Cielo e terra: questo atto prima va ad aumentare la gloria degli Angeli e dei Santi in Cielo, poi, siccome è talmente potente, perché non è fatto da noi, ma è fatto da Dio, torna sulla terra e va ad aiutare un peccatore... un moribondo... un malato...; va in Purgatorio a liberare le anime dal Purgatorio...; senza che noi lo sappiamo; perché Gesù dice: “Ho il diritto Io di sapere dove vanno, perché sono i miei atti quelli!”. Noi crediamo che siano nostri, ma non è così, perché avendo detto: “Gesù, vieni in me”..., questi atti non sono più nostri, ma atti di Gesù.
Questi atti fatti così nella Divina Volontà hanno il potere di fare miracoli, di convertire, di salvare le anime, anche se noi non le vediamo, non importa. Quell’atto rimane in eterno; non è come quello umano che dopo un po’ possiamo anche perderlo, con un atto di superbia, quando lavoriamo umanamente. Invece se abbiamo detto: “Gesù, vieni...”, la superbia crolla, perché l’atto l’ha fatto Lui; e noi ci diciamo: “E’ Gesù che lavora in me... è Gesù che fatica in me... è Gesù che soffre in me..”. In questo modo l’orgoglio crolla.
D. - Qui non si tratta più di umiltà ...
R. - Qui non hanno più a che fare le virtù. Qui esiste il puro nulla. E’ il Tutto che viene in questo nulla e compie le sue opere. E’ la santità delle santità! Supera tutte le altre virtù, perché diventa la santità delle santità.
D. - Nella Divina Volontà le virtù sono al grado eroico, perché è Gesù stesso che le viene a fare in noi...
R. - Nella Divina Volontà si tratta di un atto unico, non viene con successione di atti, ma è un atto unico. E quando noi stiamo con Lui e con Lui facciamo questi atti, facciamo parte del suo Atto, Atto unico, eterno.
Quando Dio si Incarna, nello stesso atto: Dio viene a redimere, Dio risuscita, Dio crea, Dio fa tutto; perché nell’Atto di Dio è tutto presente. Continuamente la Passione è sempre in atto, la sua Nascita è sempre in atto; perciò è sempre Natale per noi, è sempre Pasqua, è sempre festa, sempre, sempre, sempre... perché in Dio non c’è successione di atti: è un Atto Unico. E’ bello questo, è vero?
D. - E poi, i nostri atti nella Divina Volontà, come quelli di Luisa Piccarreta, cominciano a formare questo Sole che dovrà sorgere, il Sole speciale della Divina Volontà che illuminerà le generazioni future.
R. - Le altre virtù sono lumicini, mentre gli atti nella Divina Volontà sono soli.
D. – Gli altri Santi sono come le stelle, eclissate dal Sole della Divina Volontà.
R. - Non si tratta più degli atti eroici, ad esempio di coloro che si sforzavano di arrivare ad una data virtù in modo eroico, oppure di arrivare alle flagellazioni o a chissà quali penitenze... e poi dicevano: “Oh, ci sono riuscito, io, io; ... sono riuscito a fare questa cosa!...”. Qui c’era la parte nostra. Invece nell’atto di Dio deve esistere niente di nostro, noi siamo niente; è tutta opera sua. Perciò, se Dio vuole che io faccia penitenza, mi darà un corpo che mi permetta di fare penitenza... Tutto è opera sua.
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